Teatro

Distanza immobile tra le cose e chi le osserva: Mary Cinque al Grenoble, Napoli

Distanza immobile tra le cose e chi le osserva: Mary Cinque al Grenoble, Napoli

"Un'idea di Parigi", la mostra che fonde gli scorci linguistici della capitale francese con la narrazione visuale del capoluogo partenopeo.

Nelle città moderne, l’itinerario dello sguardo è un percorso tortuoso. L’osservatore urbano è sottoposto a repentini cambi di prospettiva e a continue sovrapposizioni di storie, tra angolazioni improvvise, scorci interrotti, in un caotico vortice di sollecitazioni fisiche, emozionali e inconsce. Meccanismo antropocentrico perfetto della narrazione nelle narrazioni, come nell’artificio potenzialmente infinito delle scatole cinesi, il paesaggio cittadino è banco di prova del linguaggio, punto di tensione tra le parole e le connessioni illimitate che esse devono descrivere.

Georges Perec, tra i più grandi scrittori del ‘900, lavorando instancabilmente sui limiti delle capacità terminologiche, giunse nella zona evanescente del linguaggio potenziale espresso dalla realtà delle cose. In un esperimento letterario del 1974, provò a esplorare tutti gli spazi di un luogo parigino, affidandosi a quella visuale discontinua, costituita dallo scorrere delle parole. Comodamente seduto al tavolino di un bar, in place Saint-Sulpice, 6° arrondissement di Parigi, descrisse la fissità degli edifici e degli atteggiamenti, i movimenti delle persone e delle automobili, i giochi della luce e degli odori, non immaginando storie e intessendo trame ma fermandosi all’osservazione integrale. Usando una cartografia fatta di periodi asciutti e sintassi piana per delineare una mappa linguistica del luogo.

Un’idea di Parigi – la mostra di Mary Cinque, curata da Chiara Reale e Lara Carbonara, visitabile all’Institut Français Grenoble di Napoli – è il tentativo di continuare il viaggio di Perec, traslando la scrittura delle parole nella composizione delle immagini e fondendo gli scorci linguistici della capitale francese con la narrazione visuale del capoluogo partenopeo. Mary Cinque ha una predilezione per il disegno del vero, per la ripresa urbana tratteggiata velocemente e, per esaurire l’esperienza del luogo, forza un altro passaggio, compiendo un paradossale slittamento di piani immobili. Così, sul supporto vissuto delle pagine di una grammatica francese, zona di stabilità della lingua istituzionalizzata, prendono forma le linee appena accennate di uomini e donne, biciclette e alberi, panchine e scorci di Napoli, in una deriva visiva che non tratteggia punti di orientamento ma compone una geografia labile. L’interpretazione è sintetica, concentrata sulla scelta del punto di vista, dell’angolo e del momento, lontana dalla parafrasi emozionale del paesaggio. Le vedute limitano il campo a tutto ciò che si fissa sulla retina e poi scompare, lasciando nulla di ciò che è stato, sfiorando quel grado zero della narrazione vagheggiato da Roland Barthes, verso l’eventualità “bianca” di continuare il gioco narrativo con l’immissione casuale di eventi altri.

Allora, nei disegni, realizzati con tecniche che spaziano dal pastello all’acquerello, si depositano le tracce dell’attraversamento degli ambienti, i segni del momento trascorso, recepiti e interpretati dello sguardo del narratore-artista che, per una volta, sceglie l’assenza di sé per dare forma allo spazio puro.

 

Mary Cinque – Un’idea di Parigi (Une idée de Paris)

Dal 20 gennaio 2015 al 14 febbraio 2015

A cura di Chiara Reale e Lara Carbonara

Con la collaborazione di Libreria “L’Ibrido”

Institut Francais, via Crispi 86, Napoli